Atollo

Ci sono ganci in cui mi appendo

a volte, talvolta, più volte

come se volessi rimanere lì

in stallo, sui quattro piedi

che ha l’appendiabiti

 

e quando tutti posano il loro mantello

per disegnare assieme

la felicità con un pennarello,

io rimango dentro il cappotto

sospeso nel mio atollo

solo, nella mia solitudine.

Velcri

Sei il mio varco spazio temporale

quando entro dentro ai tuoi cunicoli

recito il salmo che ci accarezza

salendo tutti i gradini dei suoni

poi, in un eccesso di gratitudine,

divento il clandestino del mio DNA

farneticando frasi alquanto sconnesse

di quanto siamo i due velcri

di un patto intrinseco di noi due .

Toccare

Sono così

vedo delle cose sottili nell’aria

una manifestazione insostenibile

di ciò che la luce emana dai corpi

so bene che la mia mano vuole toccare

tutto questo mondo che ronza attorno

e ci metto tutta la delicatezza possibile

per accarezzare il bisbiglio del fuoco,

una mano che si adegua al tremolio

una mano che gira tutt’attorno

a mallo, senza guscio, dell’essenza.

Infiorescenza

Ci sono giorni celesti

che ho infiorescenze ovunque

sono i giorni in cui mi lucido a specchio

con due spicchi di sole negli occhi

poi, con lo stratagemma dell’illusione,

aspetto il momento propizio, l’azione

conciliatoria che mi permetta

di fissarmi  a te con  viti e bulloni

ma la cesoia inesorabile

che hai nei baci mi recide di netto

i miei quattro grappoli di frutti

e cado al suolo senza preamboli

senza il cordone ombelicale che ci attaccava.