Non faccio mai l’intero: una foglia si stacca
e poi fischio, con due dita, su ogni vena
e cado, m’adagio, sulla schiena.
Mi aggrappo a ogni corrente, d’oriente
divento cieco, un imbuto, poi muto
e non parlo, un liuto, chinato,
come ramo mi piego all’occidente: sono pesante
mi proteggo, furibondo, come un giudizio
poi svuotato, senza preludi, approdo al Caucaso
svuotandomi d’ogni ridondanza.